INVENTASTORIE
Tutti conosciamo la fiaba di Cenerentola, la povera orfanella maltrattata dalle sorellastre e dalla matrigna, costretta a servirle e a dormire nella cenere del focolare. Cenerentola, grazie a due colombelle magiche, riuscì ad andare al ballo di corte. Il principe che la vide se ne innamorò e la sposò.
Ci siamo divertiti a riscrivere questa fiaba, cambiando qualche particolare.
SPAZZERONZOLO
ovvero, la nostra Cenerentola
C’era una volta un ragazzo che era rimasto orfano della madre.
Il padre si risposò. La nuova moglie aveva due figli, belli fuori ma cattivi dentro.
I due fratellastri passavano le giornate in palestra. Erano forti e muscolosi e obbligavano il povero orfanello a servirli. Il ragazzo doveva fare un sacco di cose: portargli i pesi quando facevano ginnastica, spazzare il tapiroulan, montare il tappeto elastico, preparare frullati super-iper-mega-dietetici per loro, asciugargli il sudore quando pedalavano alla cyclette.
Quando il povero ragazzo non riusciva a fare tutto, i fratellastri, che erano proprio due bulletti, lo prendevano e lo buttavano nella spazzatura, perciò venne chiamato Spazzeronzolo.
A differenza dei fratellastri Spazzeronzolo non era muscoloso, ma gli piaceva molto ballare ed era un bravissimo ballerino. Di nascosto, quando i fratellastri non lo vedevano, si allenava in palestra a ballare il rock and roll.
Un giorno la figlia del re organizzò una gara di ballo nella discoteca Slaw Dance. La principessa era un’appassionata di ballo e il vincitore della gara sarebbe diventato suo sposo.
Venne il giorno della gara. I due fratellastri decisero di partecipare e vietarono a Spazzeronzolo di uscire di casa.
“Tu sei sporco lurido, non puoi venire al ballo” gli dissero sghignazzando. “Al ballo sono invitati solo i giovani più belli, non le spazzature ambulanti”. Gettarono Spazzeronzolo nel cassonetto e partirono per la discoteca.
Rimasto solo, Spazzeronzolo era tristissimo e piangeva. A un tratto comparvero due colombelle, che si posarono sul cassonetto. Erano le stesse colombelle che avevano aiutato Cenerentola nella fiaba dell’Ottocento.
“Ciao Spazzeronzolo, perché piangi?” chiese una di loro.
“Piango perché non posso andare al ballo della principessa, sono tutto sporco e puzzolente” rispose lui.
“Stai tranquillo” replicò la colombella. “Ci pensiamo noi a darti un vestito per il ballo. L’abbiamo già fatto una volta e ci è riuscito benissimo”.
Subito le colombelle sbatterono le ali e comparve un magnifico vestito con gonna, sottogonna e corpetto ricamato.
“Ma questo è un vestito da femmine!” esclamò Spazzeronzolo.
“Ops, hai ragione” esclamarono le colombelle, che erano un po’ pasticcione. “Rimediamo subito”.
Di nuovo sbatterono le ali e comparve un mantello di raso azzurro, calze azzurre, speroni e una spada.
“Ma questo è il vestito del Principe Azzurro” disse Spazzeronzolo. “Io devo andare in discoteca”.
“Una discoteca? Cos’è una discoteca?”.
Le colombelle, essendo dell’Ottocento, non avevano mai visto una discoteca in vita loro.
“Fa’ niente, lo prendo lo stesso” disse Spazzeronzolo.
Non si perse d’animo. Prese ago e filo, un po’ di lustrini, tagliò qua e là. Alla fine aveva un bellissimo vestito da ballo.
Ma ora doveva arrivare alla discoteca. Chiamò in aiuto le colombelle.
“Colombelle, per favore, aiutatemi ad arrivare in discoteca”.
Le colombelle sbatterono le ali e in quattro e quattr’otto comparve un bellissimo cavallo bianco con il turbo della Ferrari sulla coda.
“Ricordati”, dissero le colombelle, “al rintocco della mezzanotte la magia sparirà”.
Spazzeronzolo saltò sul cavallo e partì come il vento.
Giunto in discoteca, legò il cavallo a un palo, si sistemò il ciuffo ribelle che gli cadeva davanti agli occhi ed entrò.
La gara di rock acrobatico stava per cominciare. La principessa, seduta in tribuna, era bellissima.
In molti provarono a ballare, ma nessuno riuscì a colpire la sua attenzione.
Venne il turno del fratellastro maggiore, che si esibì in alcune piroette.
La principessa pensò: “Vincerà lui”, ma alla terza piroetta il ragazzo inciampò e cadde sbattendo il muso per terra. Ovviamente la principessa cambiò subito idea e il fratellastro fece una figura da cani.
Arrivato il turno del secondo fratellastro, più palestrato dell’altro, la principessa pensò: “Vincerà lui”.
Il ragazzo voleva esibirsi con dei salti mortali, ma, per via dei suoi muscoli, non riuscì a sollevarsi e cadde dando una testata sul pavimento. Fece una figura veramente vergognosa.
Altri concorrenti tentarono e fallirono. La principessa stava per andarsene, annoiata, quando all’improvviso vide Spazzeronzolo e cambiò idea.
Tutto vestito di azzurro e di lustrini Spazzeronzolo era fichissimo e i fratellastri non lo riconobbero.
Si esibì alla Michael Jackson, con salti mortali e piroette stratosferiche, una meraviglia.
Mentre Spazzeronzolo ballava, i due fratellastri uscirono dalla discoteca per fumarsi una sigaretta. Incontrarono le colombelle di Cenerentola.
Le colombelle avevano bevuto un “Cuba libre” ed erano un po’ ubriache.
I fratellastri cominciarono a chiacchierare con loro. Quando seppero che potevano fare una magia, chiesero di diventare più bravi di quel ragazzo vestito di azzurro che stava ballando con la principessa.
Le colombelle li accontentarono, ma, essendo ubriache, sbagliarono magia.
I fratellastri cominciarono a grattarsi dappertutto.
Quando rientrarono nella discoteca, i due bulletti si dimenavano come pazzi per il prurito. La principessa li vide e si spaventò.
“Aiuto, due pazzi! Aiuto!” gridò.
Intervennero i due uomini della sicurezza, grandi e grossi. Acciuffarono i fratellastri e li buttarono nel bidone della spazzatura.
Intanto nel parapiglia si era fatto tardi. La sveglia del cellulare batteva la mezzanotte e Spazzeronzolo si ricordò che la magia stava per svanire. In fretta e furia salutò la principessa e fuggì verso l’uscita. Mentre scappava, però, perse una “scarpina”, una snicker numero 43.
La principessa voleva a tutti costi ritrovare il bravo ballerino di cui si era innamorata e che non sapeva chi fosse. Ordinò ai suoi servi di andare in tutte le case per cercare il proprietario della “scarpina”.
I servi arrivarono a casa di Spazzeronzolo e trovarono i due fratellastri.
I fratellastri vollero provare la scarpina, che però era magica, e nessuno dei due riuscì a infilarla.
“Ci sono altri giovani in questa casa?” domandarono allora i servi.
“No” rispose la matrigna cattiva. “A parte Spazzeronzolo, che però è sporco e puzzolente”.
“Vogliamo vederlo” replicarono quelli.
La matrigna fu costretta a chiamare Spazzeronzolo. Egli provò la scarpa e tutti videro che gli calzava a pennello.
Così Spazzeronzolo poté sposare la sua bella principessa e ballare con lei per tutto il tempo che voleva.
Il giorno del matrimonio, subito dopo essere diventato re, Spazzeronzolo diede una mano ai fratellastri trovandogli un lavoro: sguatteri di corte.
Da quel giorno vissero tutti felici e contenti, tranne i due fratellastri, ovviamente.
Scritto dalla classe Prima E. Anno scolastico 2011- 2012.
La fiaba è stata letta in pubblico in occasione della festa scolastica per il Natale 2011.